Negli ultimi anni, il tema dell’abuso dei contratti a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione (PA) è diventato un punto centrale di discussione, soprattutto a causa delle numerose procedure di infrazione avviate a livello europeo contro l’Italia. La recente approvazione del Decreto “Salva infrazioni” ha introdotto cambiamenti significativi nel panorama normativo, modificando le regole sui risarcimenti e stabilendo nuove sanzioni per contrastare il fenomeno.
Contesto Normativo: il problema dei contratti a tempo determinato nella PA
In Italia, l’utilizzo eccessivo e ripetuto di contratti a tempo determinato nel settore pubblico, specialmente nel comparto scuola, ha suscitato numerose critiche. La normativa italiana prevede che un lavoratore pubblico possa essere assunto a tempo indeterminato solo attraverso il superamento di concorsi pubblici, come stabilito dall’articolo 97 della Costituzione. Tuttavia, il limite di 36 mesi per i contratti a tempo determinato, imposto dal D.L. n. 87/2018, è stato frequentemente oltrepassato, spingendo molti lavoratori a rivolgersi alla giustizia europea.
Le nuove regole sui risarcimenti con il Decreto “Salva infrazioni”
Con il D.L. n. 131 del 2024, noto come Decreto “Salva infrazioni”, il Governo ha varato nuove disposizioni per affrontare il problema dell’abuso di contratti a tempo determinato nella PA. Tra le principali novità, l’articolo 12 del decreto stabilisce che, in caso di abuso, il lavoratore può ottenere un risarcimento economico. Il giudice ha la facoltà di decidere un’indennità compresa tra un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità dell’ultima retribuzione utile ai fini del calcolo del trattamento di fine rapporto (TFR).
Questa indennità sarà determinata sulla base di diversi fattori, tra cui la gravità della violazione e il numero di contratti a tempo determinato stipulati in successione tra le parti, oltre alla durata complessiva del rapporto di lavoro. L’obiettivo è fornire una risposta efficace che, pur non prevedendo la trasformazione del contratto a tempo indeterminato, offra una compensazione adeguata al lavoratore danneggiato.
La responsabilità dei dirigenti nella gestione dei contratti
Uno degli aspetti centrali del nuovo quadro normativo riguarda la responsabilità dirigenziale. I dirigenti che hanno stipulato contratti a tempo determinato in violazione delle norme sono passibili di sanzioni, anche di natura erariale. In caso di comprovata violazione, possono essere soggetti all’apertura di un procedimento disciplinare. Tuttavia, il decreto non prevede esplicitamente una responsabilità specifica per i dirigenti che abbiano fatto abuso di contratti a termine, ma tali responsabilità possono essere desunte dai principi generali del diritto.
Le procedure di infrazione e le sanzioni economiche
La Corte di Giustizia Europea ha spesso ribadito che la semplice conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato non è l’unica soluzione possibile in caso di abusi. È sufficiente che le sanzioni alternative, come quelle economiche, siano efficaci e dissuasive. Il nuovo decreto risponde proprio a questa esigenza, offrendo un sistema di risarcimenti che mira a scoraggiare l’uso improprio di contratti a tempo determinato nella PA.
Impatto delle nuove misure sul futuro delle assunzioni nella PA
L’entrata in vigore del Decreto “Salva infrazioni” segna un cambiamento significativo nella gestione dei contratti a termine nella Pubblica Amministrazione. Da un lato, si cerca di mettere un freno all’abuso di tali contratti, dall’altro, si tenta di fornire tutele più forti ai lavoratori, pur mantenendo il principio costituzionale che impone il concorso pubblico per le assunzioni a tempo indeterminato.
Queste nuove misure potrebbero avere un impatto anche sul futuro delle assunzioni nella PA, spingendo le amministrazioni pubbliche a pianificare con maggiore attenzione le loro esigenze di personale e a fare un uso più oculato e limitato dei contratti a termine.