Nel corso del 2024, il governo ha approvato, attraverso un emendamento al decreto Omnibus, una misura una tantum nota come Bonus Natale. Destinato ai lavoratori dipendenti con determinate condizioni reddituali, questo contributo sarà erogato con la tredicesima e ammonterà a 100 euro netti. Sebbene la misura costerà allo Stato circa 100 milioni di euro e coinvolgerà poco più di un milione di persone, ha generato critiche da parte di sindacati, opposizioni e associazioni di consumatori, che la considerano inadeguata e discriminatoria.
Chi Ha Diritto al Bonus Natale?
Il Bonus Natale 2024 può essere richiesto esclusivamente da lavoratori dipendenti con un reddito complessivo annuo fino a 28.000 euro, a condizione che abbiano un coniuge a carico e almeno un figlio a carico. Questa selezione dei beneficiari ha generato polemiche poiché esclude altre categorie di lavoratori e contribuenti che potrebbero necessitare di un supporto economico.
Le Categorie Escluse
Tra gli esclusi figurano i lavoratori autonomi e i pensionati, anche se con redditi inferiori a 28.000 euro, nonché coloro che si trovano nella cosiddetta “no tax area” (incapienti), ossia con redditi inferiori a 8.500 euro. Questa categoria non può accedere ad alcun tipo di agevolazione fiscale, una situazione che ha suscitato la forte opposizione di sindacati come la CGIL, che ha definito il bonus una “mancia discriminatoria”, e di esponenti politici come Antonio Misiani del Partito Democratico, che ha sottolineato come il bonus escluda “la parte più fragile dei contribuenti”, ovvero coloro che più necessiterebbero di sostegno.
L’Esclusione delle Coppie di Fatto e Le Famiglie Monogenitoriali
Un ulteriore punto critico riguarda le coppie di fatto. La normativa attuale prevede che, in assenza di un legame formale come il matrimonio o l’unione civile, i due partner vengano considerati fiscalmente autonomi, il che impedisce loro di accedere al Bonus Natale, che richiede un coniuge a carico. Tuttavia, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha chiarito che le famiglie monogenitoriali con almeno un figlio a carico potranno richiedere il bonus, a condizione che l’altro genitore sia assente o mancante. Nonostante questa precisazione, resta esclusa una larga fetta di famiglie non tradizionali, una situazione che ha sollevato preoccupazioni tra le associazioni di consumatori e i sindacati.
Il Bonus Befana: Anticipato a Fine 2024?
Parallelamente alla discussione sul Bonus Natale, il viceministro Leo ha avanzato l’ipotesi di anticipare il cosiddetto Bonus Befana, un’erogazione una tantum di 100 euro lordi destinata alle famiglie con redditi fino a 28.000 euro. Il bonus, originariamente previsto per gennaio, potrebbe essere integrato nelle tredicesime di dicembre 2024, con l’obiettivo di sostenere le famiglie in un periodo particolarmente impegnativo dal punto di vista economico.
Le Critiche al Sistema Fiscale e l’Ipotesi di Riforma
Oltre al Bonus Natale, il viceministro Leo ha sollevato il tema del livello di tassazione che grava sulla classe media, evidenziando che chi guadagna fino a 50.000 euro annui non può essere considerato ricco e necessita di una riduzione fiscale. Tra le proposte allo studio vi è la possibilità di ridurre il secondo scaglione dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 60.000 euro, una misura che potrebbe rappresentare un passo avanti nella riforma fiscale già avviata con la riduzione degli scaglioni da quattro a tre.
Leo ha sottolineato che ogni misura di riduzione fiscale deve essere accompagnata da politiche volte a rafforzare il potere d’acquisto, migliorare l’accesso ai servizi e incentivare l’occupazione. Questi interventi sarebbero fondamentali per bilanciare una riduzione delle tasse con un adeguato sostegno alle famiglie.
La Detassazione delle Tredicesime
Un ulteriore sostegno alle famiglie potrebbe arrivare dalla possibile detassazione delle tredicesime. Il governo sta valutando la fattibilità di questa misura, che potrebbe essere inserita nel contesto del decreto legislativo sulle imposte dirette. La detassazione delle tredicesime consentirebbe ai lavoratori di beneficiare di un maggiore potere d’acquisto durante il periodo natalizio, riducendo l’onere fiscale in un momento cruciale per i consumi.