Un Paese di luci e ombre. Ecco l’Italia quando si parla di giovani e lavoro. Se da una parte si piazza al secondo posto in UE per numero di imprenditori under 35, dall’altra detiene anche la maglia nera in Europa per quantità di giovani inattivi, ovvero coloro tra i 25 e i 34 anni che non studiano, non lavorano e neppure cercano un’occupazione. Uno “spreco assurdo” è il grido d’allarme dei Giovani imprenditori di Confartigianato, per quel Made in Italy che avrebbe bisogno di nuova linfa e competenze.
Un’Italia a Due Velocità
Non tutto il Paese si caratterizza per le stesse criticità o, al contrario, per le stesse possibilità offerte ai giovani. Esistono infatti forti disparità sulla cartina geografica: nell’indice dei territori “youth-friendly” per impresa e lavoro messo a punto da Confartigianato, le regioni del Nord come Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige spiccano per le migliori condizioni offerte agli under 35. Al contrario, Molise, Sardegna, Calabria e Basilicata arrancano nelle retrovie.
A livello provinciale, i giovani trovano il terreno più fertile a Cuneo, seguita da Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso. All’altro capo della classifica, le condizioni più difficili per l’occupazione e la voglia di fare impresa dei giovani si riscontrano a Isernia, Foggia, Vibo Valentia, Siracusa e Taranto.
L’Esercito dei Giovani Inattivi
L’Italia è caratterizzata da una situazione “a diverse velocità” che, se da una parte favorisce l’attività di 522.086 aziende guidate da under 35, dall’altra è all’origine del record negativo di 1.568.000 giovani inattivi, secondo le stime di Confartigianato. Tra gli under 35 che non cercano lavoro, prevalgono le donne, pari a 1.033.000 (il 65,9% del totale), a fronte dei 535.000 uomini. Il 55,6% dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno, dove il tasso sale al 37,7%, più che doppio rispetto al 16,8% del Centro Nord. Tra gli inattivi tra 25 e 39 anni, 468.100 sono in possesso di una laurea, e di questi, due terzi sono donne.
“Un Enorme Spreco”
“I giovani – sottolinea Davide Peli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – sono il futuro del Made in Italy. 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il ‘saper fare’, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.
La Voglia di Fare Impresa tra i Giovani Italiani
Dove però l’ambiente è favorevole all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, i risultati non si fanno attendere. L’Italia si colloca al secondo posto, dietro solo alla Francia, per numero di imprenditori e lavoratori autonomi under 35. E, malgrado il contesto meno favorevole, nel nostro Paese rimane elevata la voglia di impresa tra i giovani: tra gli under 30 infatti, la quota che, se potesse scegliere, vorrebbe essere un imprenditore è del 48,2%, quasi dieci punti superiore al 38,7% della media UE a 27 e al 38,2% della Germania. Questa percentuale supera anche il 33,3% della Francia e il 19,8% della Spagna.
Imprese Giovanili in Italia
Nel 2022, le imprese con a capo un giovane under 35 erano 522.086. Oltre un quinto (23,6%) delle imprese gestite da giovani sono artigiane, pari a 123.082. Sul territorio, il maggiore numero di imprese artigiane gestite da giovani si registra in Lombardia con 23.380 unità, seguita dal Piemonte con 12.210, Emilia-Romagna con 10.616, Veneto con 10.437, Lazio con 9.920, Campania con 8.418, Toscana con 8.298 e Sicilia con 7.335. In chiave regionale, almeno un terzo delle imprese giovanili sono artigiane in Friuli-Venezia Giulia con il 37,2%, Valle d’Aosta con 35,9%, Trentino-Alto Adige con 34,6%, Liguria con 33,5% ed Emilia-Romagna con 33,3%.
Investire sui Giovani
“E’ motivo di orgoglio vedere che il nostro Paese è sul podio per numero di giovani imprenditori – prosegue Davide Peli -. Ma non dobbiamo accontentarci, dobbiamo continuare ad investire sui giovani e le loro intuizioni e dobbiamo sostenere questo passaggio di testimone tra generazioni, in modo che non vada perso quello che fa parte del nostro Made in Italy: la tradizione del prodotto e la tradizione del nostro tessuto imprenditoriale, elementi fondamentali per i giovani, ma anche per il sistema Paese”.
Sfide e Soluzioni
1. Disparità Regionali
Le disparità regionali rappresentano una sfida significativa. Mentre alcune regioni offrono un terreno fertile per l’occupazione giovanile, altre lottano con tassi elevati di disoccupazione e inattività. È essenziale sviluppare politiche mirate per ridurre queste disparità, favorendo l’occupazione giovanile anche nelle aree più svantaggiate.
2. Formazione e Apprendistato
Investire nella formazione e nell’apprendistato è cruciale. Iniziative come “Che ci faccio col diploma?” sono esempi positivi di come informare e orientare i giovani verso le opportunità disponibili. Un maggiore coinvolgimento delle imprese nella formazione può facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, garantendo che abbiano le competenze necessarie.
3. Supporto all’Imprenditoria Giovanile
Sostenere l’imprenditoria giovanile è fondamentale. Incentivi fiscali, accesso al credito e programmi di mentoring possono aiutare i giovani a trasformare le loro idee in imprese di successo. Favorire il passaggio generazionale nelle aziende può anche preservare il patrimonio di competenze e tradizioni che caratterizza il Made in Italy.
4. Innovazione e Tecnologia
Promuovere l’innovazione e l’uso delle nuove tecnologie è essenziale per la competitività delle imprese italiane. I giovani imprenditori devono essere incoraggiati a sfruttare le tecnologie digitali per innovare i loro modelli di business e raggiungere nuovi mercati.
L’Italia ha un enorme potenziale tra i suoi giovani, ma per sfruttarlo appieno è necessario affrontare le sfide attuali con determinazione e lungimiranza. Investire nella formazione, ridurre le disparità regionali, sostenere l’imprenditoria giovanile e promuovere l’innovazione sono passi fondamentali per costruire un futuro prospero per il nostro Paese.
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