Buoni Pasto: Guida Completa per Aziende e Dipendenti
Solitamente i buoni pasto vengono concessi dal datore di lavoro ai dipendenti che lavorano per otto ore in un’azienda priva di mensa per i lavoratori. Tuttavia, negli ultimi anni, la distribuzione dei buoni pasto ha subito delle sostanziali modifiche, interessando anche chi opera in smartworking. È importante sottolineare che le aziende non hanno l’obbligo di distribuire i buoni pasto ai loro dipendenti; tale procedura deve essere prevista dai contratti nazionali di categoria (CCNL) o dagli accordi aziendali.
Che cos’è il buono pasto?
I buoni pasto sono ticket con un valore economico predefinito che possono essere spesi dai dipendenti negli esercizi commerciali aderenti. Si tratta, a tutti gli effetti, di un esempio di welfare aziendale, con il dipendente che riceve delle somme aggiuntive rispetto alla propria paga.
Vantaggi Fiscali
Dal punto di vista fiscale, i buoni pasto offrono condizioni vantaggiose. La legge prevede infatti che non siano tassati. Il formato del buono pasto influisce sul valore esente da tassazione: fino a 4 euro giornalieri per i buoni pasto cartacei e fino a 8 euro per quelli elettronici. Anche per le aziende, l’erogazione dei ticket offre vantaggi fiscali, inclusi contributi deducibili e IVA detraibile.
Buoni Pasto: Le Possibilità per l’Azienda
Le aziende non sono obbligate a corrispondere i buoni pasto, ma devono rifarsi ai CCNL e agli accordi aziendali presi. L’azienda può inoltre decidere il valore economico dei singoli buoni pasto (solitamente compreso tra 5 e 10 euro) e come offrirli ai dipendenti:
- Servizio mensa interno: Erogare il servizio mensa all’interno della sede aziendale.
- Servizio mensa esterno: Fornire ticket da utilizzare in mense appaltate esternamente.
- Buoni pasto esterni: Concedere l’utilizzo di buoni pasto in mense esterne non aziendali.
- Buoni pasto come sostituto: Offrire i buoni pasto come servizio sostitutivo della mensa aziendale.
L’azienda può anche optare per una soluzione ibrida, distribuendo ad esempio buoni pasto utilizzabili sia nella mensa convenzionata che esternamente.
Chi ha diritto ai buoni pasto?
Secondo il decreto 122 del giugno 2017, hanno diritto a ricevere i buoni pasto:
- Lavoratori subordinati a tempo pieno e part-time.
- Lavoratori subordinati turnisti.
- Lavoratori con contratto di collaborazione.
Inoltre, i buoni pasto possono essere riconosciuti ai lavoratori anche se il loro orario di lavoro non prevede una pausa pranzo, così come ai lavoratori in smartworking, secondo l’articolo 9 del Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile del settore privato del 2021.
Come funzionano i buoni pasto?
I buoni pasto vengono distribuiti dalle aziende ai lavoratori dopo che queste hanno raggiunto un accordo con le società che erogano tali servizi. I ticket possono essere cartacei, digitali o collegati a un’app.
Utilizzo dei buoni pasto
I buoni pasto possono essere spesi dai lavoratori negli esercizi convenzionati, la cui lista viene solitamente allegata alla consegna dei ticket. L’esercente deve rilasciare uno scontrino regolare o una ricevuta fiscale al lavoratore e, successivamente, emettere una fattura alla società emittente dei buoni pasto.
Ecco alcune informazioni sintetiche sul funzionamento dei buoni pasto:
- Non possono essere ceduti ad altre persone.
- Possono essere cumulati nel limite massimo di 8 buoni pasto per volta.
- Hanno una scadenza di utilizzo indicata sul ticket.
- Ogni singolo ticket deve essere speso nella sua interezza e non è frazionabile.
I Vantaggi dei Buoni Pasto
I buoni pasto offrono numerosi vantaggi sia per i lavoratori che per le aziende e gli esercizi commerciali:
Per i dipendenti
- Non tassati: I buoni pasto non contribuiscono alla formazione del reddito da lavoro fino all’importo complessivo di 8 euro al giorno per il formato elettronico e 4 euro per il cartaceo.
- Aumento del potere d’acquisto: Consentono ai lavoratori di incrementare il proprio potere d’acquisto quotidiano.
Per le aziende
- Deducibilità e detraibilità: I buoni pasto sono deducibili al 100% e l’IVA è detraibile al 4%. Per i liberi professionisti e le ditte individuali, i voucher sono deducibili al 75% e l’IVA è detraibile al 10% fino a un importo massimo pari al 2% del fatturato.
- Welfare aziendale: Offrire buoni pasto può migliorare il benessere dei dipendenti e contribuire a una maggiore soddisfazione lavorativa.
Per gli esercizi commerciali
- Visibilità e fidelizzazione: Gli esercizi commerciali che accettano buoni pasto ottengono visibilità presso un ampio pubblico di lavoratori, con conseguente accrescimento del business e fidelizzazione della clientela.
Limiti dei Buoni Pasto
Nonostante i vantaggi, i buoni pasto presentano anche alcuni limiti. La forte inflazione e il mancato adeguamento del valore dei buoni pasto hanno creato difficoltà per i lavoratori. Una ricerca condotta dall’Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto (Anseb) in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha rilevato che, con un valore medio del ticket in Italia pari a 6,75 euro, il 66% degli intervistati afferma di riuscire a coprire solo il 50-80% della spesa di un pasto fuori casa.
I buoni pasto rappresentano uno strumento efficace di welfare aziendale che offre vantaggi fiscali e operativi per le aziende e migliora il benessere dei lavoratori. Tuttavia, è importante che il valore dei buoni pasto sia adeguato alle esigenze dei lavoratori e alle condizioni economiche attuali. Le aziende devono considerare attentamente come implementare i buoni pasto per massimizzare i benefici per tutti i soggetti coinvolti.
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